Le parole buone di cui abbiamo bisogno

Per questo mese, ho scelto la parola Connessi
 
In questi mesi ho pensato molto, ho pensato a quali potessero essere le parole buone di cui abbiamo bisogno e che ci fanno stare bene. La prima parola che ho scelto è Connessione. Te la racconto qui sotto.

Giorni strani. Tutto si è rimesso in movimento, anzi abbiamo ripreso a correre, anche se qualcuno non ha mai rallentato. Sembra troppo ciò che abbiamo lasciato indietro e  il desiderio di recuperare è altissimo. Vorremo poter riprendere la vita di qualche mese fa, anzi ci piacerebbe ripetere l’estate dell’anno scorso o quella dell’anno prima ancora. Ma, se quello che stiamo vivendo fosse solo un tempo fra parentesi?

In questi giorni il cinema dell’Antoniano ha riaperto e sono proposti alcuni film che sarebbero dovuti arrivare nelle sale durante quest’anno. La sala aperta, le storie, le persone sono il segnale atteso, … si va …

In viaggio verso un sogno di Tyler Nilson, uno dei film proposti, racconta una storia di relazione che fa la differenza. Bellezza (vita) per tutti coloro che non hanno voluto deludere il sogno impetuoso di Zak, un ragazzo down. Pur non avendo desiderato e programmato di seguire il sogno di Zak, quel sogno li cambia. Con Massimo, il responsabile del Cinema-Teatro e dei corsi dell’Accademia, ci siam detti che, anche se non potrà mai essere come in un film, lì c’era qualcosa di possibile, una bellezza capace di fare la differenza nei tempi della vita, generare la forza per andare oltre. Un sogno creduto insieme che genera un futuro che si tocca.

In questo tempo ci siamo tutti un po’ incagliati. Incontri, ricorrenze, eventi, celebrazioni, appuntamenti, volti, abbracci, messi tra parentesi… tempo segnato dall’attesa, alle volte dalla fatica, dalla lentezza, altre volte ci siamo accorti di quanto fosse importante la relazione, di quanto fosse fondamentale non essere soli. Tempo di relazione nella rete, tempo di relazioni, tempo aperto sulla vita dell’altro mai così connessa. Ci siamo accorti dell’altro. L’altro malato di Covid che ci fa paura, l’altro anziano più fragile da difendere, l’altro che non ha smesso di correre nelle corsie degli ospedali, l’altro che ci ha fatto passare momenti spensierati sul web, l’altro che non usa alcuna precauzione, l’altro che desidera la vita di prima, …  ci siamo accorti di non essere soli, e quanto sia impossibile rinunciare all’altro.

Il tempo che verrà è iniziato lì. Potremo scordarcene. Se lo vorremmo, in un tempo che sarà complicato, la solidarietà sarà una compagna fondamentale per attraversare il tempo che viene. Da soli non saremmo arrivati fin qui. Mano nella mano, scegliendo il passo dell’altro attraverseremo i giorni che verranno. Noi possiamo, non siamo soli.