Fragili e fratelli

Il pensiero di Fra Giampaolo Cavalli

Essere fratelli, come ci insegna papa Francesco nella sua Enciclica “Fratelli tutti, oggi significa “saperci responsabili della fragilità degli altri cercando un destino comune“. Ci scopriamo in un mondo non solo diviso da lotte e tensioni, ma anche fragile a causa di un virus.

L’urgenza di non essere soli

In momenti come questo siamo tentati di pensare solo a noi stessi. «Devo salvarmi io! Prima io!». Tante volte abbiamo pensato che il modo migliore, forse l’unico per andare avanti, fosse quello di non guardarci attorno, anzi, più si corre avanti, più si distanziano gli altri, meglio sarebbe stato. Per alcuni oggi forse è ancora così, ma per tutti gli altri oggi è diverso. Mai come in questi giorni sentiamo l’urgenza di non essere soli.

Il senso della responsabilità

In questi giorni in cui l’emergenza cresce, siamo invitati a rispettare le regole per dare il nostro contributo al miglioramento della situazione. Le distanze fisiche che si ampliano sono il segno della responsabilità che siamo chiamati ad assumerci verso chi ci sta vicino, soprattutto verso i più fragili. Per poterci guardare negli occhi ancora, perché nessuno si salva da solo, perché è il tempo di prenderci cura l’uno dell’altro!

Il senso di quello che stiamo vivendo: Non lasciare indietro nessuno

Ci interroghiamo sul motivo per cui attraversiamo questo momento così complicato. I nostri perché si uniscono a quelli di tanti altri; ci accorgiamo che le nostre parole non saranno mai sufficienti per spiegare il senso di quello che stiamo vivendo. Le domande sono troppe, le risposte facciamo fatica a trovarle. Non troveremo risposte, le domande non finiranno ma, se vorremo, questo tempo ci regalerà ancora sorelle e fratelli; sono quelli di cui ci prenderemo cura e chi di noi si prenderà cura attraversando insieme questa situazione. Allora, forse anche questo tempo così strano, così faticoso, così diverso ci farà migliori, e se accadesse sarebbe bello accorgersene.

Antoniano ci vuole provare, gli operatori, i volontari, i frati, gli ospiti, tutti. È il momento di non lasciare indietro nessuno.

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