C’è posta per Antoniano – Ti raccontiamo della letterina di Alex
Ogni giorno si ricevono tante lettere, alcune sono semplici volantini pubblicitari che spesso vengono subito cestinati, molte volte si tratta di buste bianche con dentro cose da pagare, altre volte trovi una lettera speciale che comunica qualcosa.
Sono queste le lettere che non vedi l’ora di aprire e di leggere con attenzione.
Come ad esempio le lettere che arrivano da chi ci sostiene.
È bello riceverle perché è importante sapere l’opinione di chi ci è vicino, anche se non sempre è positiva. Oggi voglio raccontarti della lettera speciale che abbiamo ricevuto a metà luglio. Ricordo che era una giornata d’estate particolarmente afosa, come capita spesso nelle estati bolognesi, le ferie erano vicine e la stanchezza iniziava a farsi sentire. Entra Paolo, il portiere, carico di buste. Io e la mia collega ci mettiamo ad aprirle una ad una, molte erano le solite buste, ma una era diversa. Dentro c’era un foglio strappato scritto a mano e una banconota da 20 euro da destinare alla Mensa Padre Ernesto. Leggo la letterina tra me e me e improvvisamente mi commuovo. I miei colleghi mi guardano stupiti “Anto ma che c’è scritto?”, “questa ve la devo proprio leggere”, inizio quindi ad alta voce:
Ciao, mi chiamo Alex,
ho 10 anni e vivo a Finale Emilia, ma frequento la scuola primaria di Massa Finalese, ho appena finito la IV B e andrò in V B. Tutti gli anni per Natale e per la fine dell’anno scolastico io e la mia famiglia, insieme alla mia classe e alle maestre, facciamo una donazione e quest’anno abbiamo scelto voi e altre due. Vi mando 20 euro della mia paghetta perché, come mi ha insegnato la mia maestra di religione “quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. Madre Teresa di Calcutta”. Tanti saluti e buona estate da Alex e dalla sua famiglia, mamma Elizabeth e il compagno Paolo. Alex
È strano pensare come alle volte siano i piccoli gesti ad emozionarci di più. Quei gesti fatti senza nemmeno pensarci troppo che reputiamo magari anche banali e invece creano nell’altro una reazione inaspettata.